Pensieri di Sara: gennaio 2017

Se fossi acqua, bagnerei il tuo viso
come pioggerellina di primavera.
Bagnerei i tuoi occhi tristi, facendoli
splendere come stelle.
La tua bocca arida, diventerà avida
di baci e le tue gote, due monti rosati,
bagnati da torrenti appena nati.

Se fossi fuoco, brucerei tutta la gramigna
intorno a te, per far crescere tante margherite.
Ogni petalo che tirerai, sarà un sospiro
per te e una prova d'amore per me.

Se fossi aria, ti porterei tra i cieli
infiniti, su di una mongolfiera.
Sentiresti la brezza del mattino
tra i capelli e le nuvole accarezzarti
la fronte.
Raffredderei il sole, perché non scotti
il tuo viso perlato e ti farei atterrare nel
giardino incantato dei tuoi sogni.

Se fossi terra, ti terrei stretta tra
le braccia, ti insegnerei il linguaggio
della natura, capiresti che anche la
terra ha un cuore, batte e soffre
proprio come quello di una madre
ed è per questo amore che devi
lottare per un mondo migliore.
Il bene che ti voglio lo trovi nell'erba
verde e nei frutti maturati con il mio amore.

Oggi 12 dicembre, sono seduta su
una panchina e guardo lo scorrere
freddo e senza luce del Po.

Anche il cielo, non si vuole specchiare
in questo gelido frastuono.

Gli alberi più che mai hanno freddo e
le foglie scricchiolano disfandosi sotto
i miei piedi, che non vogliono stare fermi.

Ho visto in altre occasioni: case
rispecchiarsi insieme alle nuvole,
l'azzurro del cielo fondersi tra le
acque canterine del Po, ma oggi
ho capito che gli alberi soffrono,
il cielo anche e si copre di una
coperta di lana fatta di nebbia,
il Po è arrabbiato, non riesco a
starci dietro, un po' come me
d'altronde.

Bene, non mi resta che andare,
porterò con me farina di foglie
autunnali colorate e freddo,
tanto freddo, quanto questo
meraviglioso scorrere del fiume.